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mercoledì 4 giugno 2014

Perché lo Spezia in serie A.






Quante volte da ragazzino ho sognato di vedere giocare un giorno la squadra della mia città in serie B !!!!
Si in serie B, la lettera A per il mondo calcistico che ruotava intorno alla nostra squadra non era neppure preso in considerazione.
Per noi l'Eden del calcio , nei nostri pensieri, è sempre stata la serie B.
Abbiamo trascorso insieme anni di lotte e battaglie su campi che definire di periferia spesso è un eufemismo. Abbiamo sempre accettato questa nostra condizione con dignità ed un pizzico di orgoglio considerando i nostri traguardi più ambiti le vittorie o solamente gli scontri con squadre e tifoserie tipo Pisa, Lucchese, Carrarese, Massese, Prato e tante altre.
Qualche volta per demerito altrui abbiamo affrontato piazze come Vicenza Bologna Genoa.
La nostra categoria più gettonata e alla quale abbiamo sempre fatto riferimento è la vecchia serie C o C1 o ultimamente Prima divisione Lega Pro.
La nostra città sembrava destinata, dal dopoguerra ad oggi, a non meritarsi niente altro che questo. D'altra parte l'andamento della squadra ha sempre rispecchiato l'andamento della città ovvero la generale mediocrità a tutti i livelli : economici, sociali, culturali e sportivi.
Ma, dal giorno del fallimento come d'incanto tutto è cambiato e si sta evolvendo.
Come per magia un ricco imprenditore di Recco rileva lo Spezia dalle ceneri del fallimento e prima come un gioco poi per scommessa ed infine per passione decide di portarci in serie A.
E' di ieri l'eliminazione dai play off per ottenere la promozione nell'ambita serie e statene certi che Volpi riuscirà nel suo intento.
Contemporaneamente a questo evento cosa è accaduto alla città ?
Finalmente dopo decenni di sofferenza pseudo industriale qualcuno ha scoperto la vocazione turistica del nostro golfo e della medesima città. (Bastava che ascoltassero "o bella Spezia" e ci sarebbero arrivati prima).
Improvvisamente ci siamo ritrovati con tutta una serie di iniziative che hanno completamente rivoluzionato le abitudini degli stessi spezzini. La città è diversa, viva, fotografata da centinaia di turisti che regolarmente approdano nel golfo con le navi. Il ponte Mirabello sta diventando un richiamo in particolare per le popolazioni limitrofe, i negozi cominciano ad aprirsi anche nei giorni festivi per non parlare di bar trattorie e piccoli ristoranti.
Questi due fenomeni (calcistico e crescita della città) sembrerebbero non avere nulla in comune ed invece sono strettamente legati anche se ad insaputa di molti.
Chi non ama o non ha interesse per la squadra della sua città o della città in cui lavora e risiede sappia che un eventuale promozione in serie A dello Spezia non farà altro che alimentare la crescita ulteriore della città medesima.
Immaginate la visita di almeno 2 o 3.000 persone che la Domenica si riverserebbero sul golfo per assistere alla partita. Potenziali turisti che magari in parte trascorreranno il fine settimana da noi per visitare il nostro bellissimo golfo. Un affare commerciale non indifferente oltre all'aspetto mediatico che ci farebbe conoscere non solo in Italia dove pare che ci si collochi in Toscana o al più nel golfo del Tigullio, ma anche all'estero perché come è noto certe partite hanno risonanza europea ad di là che vi giochi lo Spezia.
Detto questo, in modo molto sintetico, vediamo di non farci trovare impreparati:
abbiamo bisogno di uno stadio per la serie A, abbiamo bisogno di un piano concordato col la Marina per ottenere la disponibilità di aree utili alla riorganizzazione degli spazi da destinare al traffico urbano nei pressi dello stadio, abbiamo bisogno di attrezzature sportive adeguate alla categoria e qui (se nessuno mette i bastoni tra le ruote) ci pensa Volpi, ma soprattutto abbiamo bisogno della solidarietà e del sostegno di tutta la città sportiva e non, amante del calcio o meno, perché lo Spezia in serie A non interessa solo i 6.000 del Picco ma è interesse di una intera comunità che si chiama LA SPEZIA.